Arriva il portiere Emanuele Fabbri (classe 2002): scuola Fano, la scorsa stagione all’Atletico Gallo

Il Gabicce Gradara (Promozione Marche, girone A) annuncia l’ingaggio del portiere Emanuele Fabbri, classe 2002. Prenderà il posto di Marco Azzolini che si è svincolato e con Tommaso Bulzinetti, classe 2001, si giocherà il posto da titolare nella squadra che da pochi giorni è stata affidata a Mirco Papini. A guardia dei pali della porta del Gabicce Gradara, dunque, una coppia di under.

Fabbri è fanese, è cresciuto nell’Alma Fano di cui era fin qui il secondo portiere, e ha fatto tutta la trafila nelle formazioni giovanili fino ad arrivare alla Primavera. Nella scorsa stagione ha militato in Eccellenza nell’Atletico Gallo Colbordolo, squadra che è stata eliminata ai playoff dal Porto D’Ascoli poi promosso in serie D, in cui ha collezionato una decina di presenze da titolare avvicendandosi con l’over Cappuccini. Ha iniziato la preparazione estiva nel Fossombrone (Eccellenza) poi si è trasferito al Cattolica in serie D dove ha giocato cinque partite di precampionato quando si è palesato un infortunio alla mano che lo ha costretto allo stop e al ritorno al Fano.

Studente al primo anno della Facoltà di Scienze Motorie all’Università di Urbino, Fabbri ha accolto con grande gioia il trasferimento al Gabicce Gradara: “Sono pienamente recuperato dall’infortunio e molto determinato, ho una gran voglia di mettermi in gioco e di scendere in campo mettendomi alle spalle una prima parte di stagione sfortunata – dice Fabbri – mi metto a disposizione del mister: sarà lui a decidere chi far scendere in campo e io farò del mio meglio per ritagliarmi spazio. Per questo ho preso di buon grado questa occasione: so che c’è l’ambizione di risalire posizioni in classifica, il campionato è assai competitivo, con squadre agguerrite: per me è una palestra importante per il futuro”.

Fabbri, le sue caratteristiche?

“Sono alto 1,86, mi ritengo più un portiere calcolatore che un istintivo: cerco di leggere la situazione di gioco, parlo con i compagni di reparto. Tra i pali do il meglio, mi piace partecipare al gioco perché con i piedi me la cavo bene”.

Cosa rappresenta per lei il calcio?

“Il calcio per me è un hobby che si affianca allo studio, ma ho l’ambizione di praticarlo nella maniera migliore possibile e mentalmente e fisicamente mi prende molto e cerco di curare al meglio ogni dettaglio. Ho l’ambizione di arrivare al professionismo e fare bene in questa seconda parte di stagione è molto importante”.

Il suo modello di riferimento?

“Andando un po’ indietro il portiere brasiliano dell’Inter Julio Cesar oppure restando all’attualità lo sloveno dell’Atletico Madrid Jan Oblak”.

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